è probabile, mantenere 2 brand diversi (Waze e Maps) forse non ha molto senso per loro. La speranza c’è sempre :)
è probabile, mantenere 2 brand diversi (Waze e Maps) forse non ha molto senso per loro. La speranza c’è sempre :)
E’ una mossa furba per attingere alla stessa platea di possibili volontari di OpenStreetMap, tentando di orientarli tutti verso Maps. Mi piacerebbe ricordare a tutte le persone che commentano entusiaste nella pagina linkata che in caso di emergenza le mappe di big G non possono essere utilizzate, che molti servizi pubblici non possono utilizzare le mappe di Maps, che diverse ricerche basate su dati geografici non sarebbero possibili senza OpenStreetMap. Dovrei continuare? :) Le mappe non sono solo navigazione stradale (come invece sembra essere il focus di questa iniziativa), cara big G.
Si, però la nostra squadra non ci ha messo la testa
sì, abbastanza … speriamo bene. Di sicuro sarà una partita combattuta e interessante da vedere!
E’ bello leggere queste notizie…anche tutte le istituzioni pubbliche italiane dovrebbero seguire l’esempio! Alcune lo hanno fatto (molto poche e in maniera indipendente) ma purtroppo sono sicuro che l’Italia ci arriverà dopo gli altri (come purtroppo spesso avviene), se mai ci arriverà.
In genere saper guardare oltre il “brand” famoso è il primo passo da fare, visto che spesso i “marchi” hanno costruito (e continuano a costruire) fortune sulla grossa differenza tra costo di produzione e prezzo di vendita al dettaglio (anche considerando i costi di distribuzione e marketing e bla bla). Concordo con ciò che scrivi ma è un discorso che riguarda anche la qualità dei processi, oltre a quella delle materie prime. L’argomento è ampio e multi-sfaccettato. Ad es. spesso per tingere i jeans si utilizzano coloranti nocivi sia per l’uomo che per l’ambiente (lo sono nella grande maggioranza dei casi) perché così il processo costa meno, e questo viene fatto/scelto sia dai brand, dai grandi nomi, che dagli altri brand low-cost. Qui intendo che bisognerebbe cercare la terza via, produzione possibilmente locale o europea con materie prime di qualità, scelta di processi non nocivi e specialmente amore per ciò che si fa e si produce (e quindi quantità prodotte più contenute). Ok, probabilmente i capi costeranno di più ma si entra in un’ottica completamente nuova di “gestione degli acquisti” e di vita, con benefici diretti per il pianeta. “Indovina chi viene a cena” della Rai (che ha lo stesso approccio di Report) ha focalizzato diverse puntate su questi temi ed è molto interessante vedere il “dietro le quinte”, anche dei produttori asiatici. Molte puntate sono visibili su Youtube.
sì, sarebbe utile una funzionalità per “collegare” i post oltre alla semplice citazione
Ciao, volevo solo segnalare che l’estensione Firefox linkata (Save to the Wayback Machine) non è più sviluppata (:D ironico, visto il tema trattato). Riporto la nota dalla descrizione dell’estensione:
Discontinued - Use the Internet Archive’s official Wayback Machine browser extension instead: https://addons.mozilla.org/firefox/addon/wayback-machine_new/
La nuova estensione ufficiale è questa: https://addons.mozilla.org/en-US/firefox/addon/wayback-machine_new/
grazie per il prospetto…al di là di togliere l’ansia, nel caso dei giovani bisognerebbe parlare di ciò che tutti possiamo fare. ad es diversi colossi del fast fashion (diventati tali grazie a chi compra e alimenta il loro successo) si basano su sfruttamento e produzioni inquinanti in paesi dove non ci sono molte tutele per lavoratori e ambiente. Molti giovani comprano i loro indumenti, si potrebbe partire da questo e altri punti per canalizzare l’ansia verso azioni concrete.
non so se sarei in grado di procedere totalmente (o per la maggior parte delle situazioni) a caso…ma in parte lo faccio anch’io
Nell’articolo si analizza un problema già presente di suo (l’ansia non è instillata ma un effetto delle paure che i giovani provano in questo periodo). Il metodo di governo può solo aumentare l’ansia, visto che non ci si impegna abbastanza per trovare soluzioni e soprattutto per applicarle.
Penso tu intenda “L’uomo dei dadi” di Luke Rhinehart. Grazie, non lo conoscevo
Stessa notizia ma post precedente: https://feddit.it/post/1387949
In Italia non moltissimo, come scritto nell’articolo. Molti dati di Overture derivano già da OSM (in Italia in particolare) e i dati più interessanti, che riguardano attività/aziende e luoghi di interesse, spesso hanno una posizione errata (qualcuna addirittura nel mare) o hanno dati non aggiornati, perché magari riguardano attività chiuse o con nuovi proprietari (e il numero di questi cambiamenti non è trascurabile, specialmente dal 2020 in poi).
Tra l’altro molti di questi dati vengono da Facebook (quando ad es vengono aperte pagine di aziende) e spesso non ci sono molte informazioni o non sono precise, visto che a molte aziende specialmente medio-piccole basta essere presenti online.
Comunque i dati sono consultabili nelle mappe linkate nell’articolo e c’è già chi ci sta lavorando.
sì, si possono esportare (non ricordo se tutte insieme o se ancora è necessario procedere stanza per stanza) … meglio farlo sempre come procedura di backup! Nota: se vengono aggiunti nuovi dispositivi (e quindi nuove app client) ci saranno anche nuove chiavi che si andranno ad aggiungere ed è importante rifare l’export ogni volta
ci si può registrare anche tramite altre app client, come Cinny, ma queste devono prevedere la registrazione come feature…comunque la modalità più diretta per registrarsi è tramite Element Web a cui si viene indirizzati dal sito element.io:
Ricordo un elemento importante da tenere presente per non avere sorprese o perdere i dati delle chat: considerato il funzionamento della crittografia di Element è consigliabile tenere almeno 1 client loggato (meglio 2) perennemente (ad es l’app Android e/o Element Web) … a diverse persone è successo di perdere il contenuto delle chat per aver fatto logout da tutto. In questo modo se ad es si deve cambiare dispositivo android si potrà utilizzare Element Web o l’app nel vecchio dispositivo (prima di disinstallarla :) ) per autorizzare l’app installata nel nuovo telefono e per condividere le chiavi crittografiche dal vecchio client
Accertati inoltre che il server Nextcloud abbia già installato il modulo Maps prima di connettere l’app
ahah hai ragione :) e ti direbbero: “… ma quotidianamente non abbiamo tempo, dobbiamo essere efficienti e stare veloci!”