«*Il 4 luglio un’amica che lavora con i social network da più di dieci anni mi ha scritto un messaggio. Diceva: «A me questa cosa che sta succedendo a Twitter provoca davvero una tristezza enorme e reale». Era qualche giorno che Elon Musk prendeva decisioni più erratiche del solito: obbligare tutti ad accedere alla piattaforma per poter leggere un qualsiasi tweet, limitare il numero di tweet visualizzabili, smettere di pagare i servizi di Google Cloud, servizio a cui affidava parte della propria infrastruttura. La tristezza reale di cui parlava lei – di cui hanno parlato, in modo più o meno esplicito, tantissimi utenti assidui di Twitter da quando ha cominciato a circolare la voce che sarebbe stato comprato da Musk – non era legata però soltanto a un paio di scelte molto discutibili. Era la tristezza, e la frustrazione, di qualcuno che non può che stare a guardare mentre un posto del cuore viene distorto fino a diventare quasi irriconoscibile.»
E va beh…morto un papa se ne fa un altro 😄
Concordo, essere così attaccati emotivamente a una piattaforma commerciale (o anche non commerciale, ma specialmente commerciale) mi pare una ricetta per l’insoddisfazione.
Definirlo “un posto del cuore” per quanto suggestivo e volendo anche metaforico a me non verrebbe mai in mente per alcun social…Ahibò
@poliverso qui si fa lutto all’uccello morto (ucciso da Elon Musk)
Peggio che morto. Moribondo, malato e pericolosamente infetto e infettivo! 😁
Ne ricordo molti di elogi funebri per community anche solo di una decina di membri. Ci si affezziona, e adesso che quasi tutti sono dei tossici dipendenti da internet tutto è elevato al ennesima potenza, ci si aspetta funerali di stato, discorsi di presidenti, mignotte e champagne.
Ma Twitter è stato qualcosa di veramente importante per Chiunque sia stato interessato a cercare notizie istantanee, per chi fosse interessato a conoscere episodi e fenomeni locali che avevano avuto risonanza social. Una piattaforma con un sistema di ricerca molto poco filtrato, a differenza di altre piattaforme come Facebook YouTube e Instagram dove non si riusciva mai a trovare quello che cercavirgola ma solo quello che voleva farti trovare il loro algoritmo. Per i giornalisti è stato un importante sistema di comunicazione che ha fatto nascere alcuni dei collettivi giornalistici più importanti del mondo. Per gli scienziati è stato un modo per comunicare al di fuori dei circuiti delle riviste di settore, una mafia che fa impallidire quella dei social network punto. Per gli attivisti è stato un modo di far conoscere problemi che faticavano a uscire dall’ambito locale. Diciamo che un elogio funebre ci sta tutto, Non tanto per Twitter in sé, ma per quel contributo che ha saputo dare a tutti noi suoi affezionati utenti che lasciavano correre alcuni difetti importanti, come quei lettori che compravano il quotidiano preferito anche se si ritrovavano sempre le dita puzzolenti e insozzate di inchiostro
Questa importanza, che riconosco in un primo momento, è diventata presto tossica e ha sorpassato l’utilità, le cose buone che hai elencato sono sfiorite in disinformazione, fanatismo, morbosità, il mezzo di comunicazione è diventanto quello di odio e discriminazione. Non mi sento di farne un elogio, anzi ho molto piú rispetto per quelle piccole community fatte di blogs e forums andate in ombra di questa macchina che sono Twitter e Facebook. Vorrei avere una convinzione sincera che questo strumento abbia fatto piú bene che male, ma proprio non concordo.
le cose buone che hai elencato sono sfiorite in disinformazione, fanatismo, morbosità, il mezzo di comunicazione è diventanto quello di odio e discriminazione.
Esattamente. In termini assoluti è proprio così. Il sistema dei social in generale ha portato soprattutto a questo e Twitter non è stata un’eccezione. Ma ti ricordo che la disinformazione non è nata con i social, ma ha solo consentito a nuove realtà di praticarla, mentre prima dei social la disinformazione era un monopolio naturale che viaggiava su UHF ed era appannaggio di TV e radio statali e, solo successivamente, di Corporation globali o locali.
Vorrei avere una convinzione sincera che questo strumento abbia fatto piú bene che male, ma proprio non concordo
Ma io, personalmente, ne ho guadagnato immensamente in conoscenza. Tutto quello che ho costruito con il fediverso è fondamentalmente nato dalla mia esperienza su Twitter. Perché il punto è che chi disponeva di strumenti culturali ha potuto contrastare i filtri, gli algoritmi e la disinformazione. Chi non li aveva è diventato parte del gioco nella parte del giocattolo! Quindi, ok. In termini assoluti i social e twitter con essi sono generalmente mer|)a, ma sarebbe stata mer|)a anche la TV. E infatti lo è stata! E lo è ancora: lo sai che la manipolazione delle opinioni avviene ancora attraverso la TV e non attraverso i social, il cui impatto su dimensione locale non è così tanto più rilevante di quello della Radio?
A questo punto, se guardi al contesto (=il peggioramento dell’informazione e della manipolazione della pubblica opinione) il ruolo dei social no non è stato dominante. D’altra parte, dal punto di vista dell’accesso alla conoscenza (o meglio, dell’accesso all’informazione) i social network (anche Facebook!) sono stati importanti e rilevanti.